Appunti per l'esame Storia e Critica del Cinema, anno accademico 2017-18.
Vengono affrontati argomenti come l'inquadratura, piani e campi, movimenti di macchina, comunicato audiovisivo, le fasi di pre-produzione, produzione e post-produzione, linguaggio audiovisivo
Critica del Cinema
di Nunzia Marullo
Appunti per l'esame Storia e Critica del Cinema, anno accademico 2017-18.
Vengono affrontati argomenti come l'inquadratura, piani e campi, movimenti di
macchina, comunicato audiovisivo, le fasi di pre-produzione, produzione e post-
produzione, linguaggio audiovisivo
Università: Università degli Studi di Catania
Facoltà: Scienze Umanistiche
Corso: Lingue e culture europee euroamericane e
orientali
Esame: Storia e Critica del Cinema
Docente: Alessandro De Filippo1. I limiti di campo dell’inquadratura
L’inquadratura è una selezione di spazio e tempo. L’operatore registra una porzione dello spazio reale per
un periodo di tempo limitato.
Fuori campo tutto ciò che sta fuori dall’Inquadratura allora non esiste
L’inquadratura registra parzialmente.
Selezione di tempo ciò che accade prima o dopo il ciak e lo stop è fuori campo
Il fuori campo è dato anche da oggetti che sono presenti nell’inquadratura, nel frame, perché è
tridimensionale e ed è fuori campo anche ciò che accade dietro la videocamera
L’inquadratura è una scelta di un autore ha un inizio e una fine motore e stop, l’inizio è dato dall’accensione
della videocamera e la fine dallo spegnimento.
L’operatore di ripresa registra una porzione di spazio reale, per un periodo di tempo limitato. Tutto ciò che
resta escluso dall’inquadratura audiovisiva semplicemente non esiste.
Suono con microfono specifico per ad esempio enfatizzare dei suoni o riprese con silenzio
Col doppiaggio il lavoro del fonico viene cancellato
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Critica del Cinema 2. Piani e campi
Piano soggetto presente ma inquadrato parzialmente, porzione di schema corporeo, parzialmente presente
Campo inquadrato totalmente, completamente presente
Dettaglio parte del corpo o oggetto al quale si da una momentanea importanza ed è l’inquadratura più
stretta, una sottolineatura
Primissimo piano stretta esclusivamente lo sguardo dell’attore rapporto emotivo con lo spettatore meno
utilizzato
Primo piano più largo intero volto presente o al livello delle spalle molto diffusa permette di cogliere
sfumature del personaggio
Mezza figura arriva all’altezza della cintura include anche le mani utilizzata nei telegiornali
Piano americano fino alle ginocchia risponde a una funzione specifica legata alla rappresentazione del
cinema western. Perché il pistolero aveva il cinturone e le pistole che dovevano vedersi cioè si deve vedere
ad esempio il momento dell’estrazione della pistola usata da tutto il cinema
Il totale comprende l’intero schema corporeo ed è sempre in campo. Totale in campo medio lungo e
lunghissimo.
Medio fa occupare tutto il corpo all’interno dell’inquadratura cioè non abbiamo molta aria sopra e sotto ma
solo di lato
Lungo prevede che il corpo occupi la meta dell’inquadratura, lunghissimo un quarto o un ottavo. Quando il
volto del personaggio non è leggibile se non si vede se sorride è lunghissimo se riesco a cogliere le
sfumature è lungo.
I piani e i campi riguardano anche la fotografia e il fumetto.
Media audiovisivi video cinema e televisione
Riprovisivi fotografia e fumetto
Differenza audiovisiva ha il sonoro e il tempo
Riprovisivo è istantanea e non prevede movimenti
Nunzia Marullo Sezione Appunti
Critica del Cinema 3. L’aspect ratio
L’aspect ratio è il modo in cui si definiscono le proporzioni di un fotogramma.
Rapporto tra lungo e lato corto dell’inquadratura che è di 16 a 9.
L’inquadratura è a rettangolo, in passato era di 4 lato lungo e 3 altezza in maniera indifferente rispetto alla
grandezza dello schermo. Lato corto altezza, lungo base
L’aspect è diverso in base ai device per esempio riprese in verticale per i cellulari
L’inquadratura può restringersi fino a diventare un quadrato
1:1
4:3
3:2
16:9
Ad una innovazione tecnologica corrisponde un adeguamento del linguaggio audiovisivo
Aspect ratio verticale usata anche per registrare avvenimenti che avvengono al momento
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Critica del Cinema 4. La composizione dell’inquadratura
Equilibrio dei vuoti e dei pieni che all’interno dell’inquadratura compone una armonia o disarmonia a
seconda delle esigenze della narrazione.
Il primo interrogativo è la ricerca dell’equilibrio, perché una determinata inquadratura necessita di uno
specifico equilibrio ad essa legato, la composizione di questa inquadratura deve regolarsi rispetto ad una
dialettica tra equilibrio e dinamismo. Più l’inquadratura è composta e ben equilibrata minore sarà la sua
spinta dinamica. Più è scomposta più percepiremo dinamismo.
La prima regola da utilizzare nella composizione dell’inquadratura è la regola dei terzi.
Segnare due linee verticali e due orizzontali che servono a tagliare l’immagine in modo tale che i punti di
incrocio tra queste due linee rappresentino i punti di forza dell’inquadratura.
L’inclinazione dell’inquadratura è essenziale per comprendere i significati dell’inquadratura stessa.
Quella dal basso trasforma i personaggi in giganti, quella dall'alto lo trasforma in formichine, indebolisce il
personaggio ed è collegato al concetto della paura.
Lo spettatore viene guidato grazie alle scelte di regia
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